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2009-11-29
Cgil in piazza per il Sud. Epifani: "Termini Imerese non deve chiudere"
di Giuseppe Vespotutti gli articoli dell'autore
C’è Termini Imerese che non vuole chiudere lo stabilimento Fiat, gli alluvionati di Messina che vogliono "uscire dal fango", i cassintegrati di Pomigliano d’Arco allo stremo. Più in generale, c’è l’orgoglio di un Mezzogiorno sempre più in ombra alla manifestazione della Cgil che ieri ha portato 150mila persone in sette piazze: Bari, Campobasso, Chieti, Cosenza, Messina, Napoli e Potenza. Una giornata "Per il lavoro, lo sviluppo, la legalità e per la messa in sicurezza del territorio".
Guglielmo Epifani era a Messina ("simbolo del disimpegno del governo nei confronti del Sud") insieme a trentamila persone e alle vittime dell’alluvione del primo ottobre. Dal palco dello Stretto, il segretario generale della Cgil, ha chiesto al governo di "cambiare rotta con politiche credibili, per il bene non solo del Sud, ma di tutto il Paese". "Il Mezzogiorno - ha aggiunto Epifani - non è una zavorra ma una risorsa. In questo governo, invece, c’è l’idea che sia un problema per il resto del paese". Poi ha parlato degli alluvionati, che ancora non hanno visto un soldo per ripartire. Ma anche della Fiat di Termini Imerese, "uno dei cuori - ha detto il sindacalista - di questa giornata, perché è il simbolo di ciò che si deve evitare: che chiudano insediamenti produttivi capaci di dare ai territori occupazione e attività di eccellenza".
Parole che rimbalzavano a Piazza del Gesù, dove sotto la pioggia si sono riunite trentamila persone. Molte le delegazioni di lavoratori di aziende in crisi: dalla Selfin, alla Fiat di Pomigliano d’Arco, dall’Alitalia, alla Tirrenia. E molti erano anche i braccianti immigrati di San Nicola Varco, che fino a poche settimane fa vivevano nell’area ghetto vicino a Eboli, nel Salernitano.
L’attore Giacomo Furia ha recitato una vecchia poesia di Raffaele Viviani dedicata ai morti sul lavoro "Fravecature". Subito dopo, l’intervento di Susanna Camusso, segretaria confederale Cgil. "Non c’è una questione meridionale - ha detto - ma una questione nazionale. Chiediamo al governo dove sia finito il piano per il Mezzogiorno. Ci hanno spiegato che sarebbe stata la loro priorità. Invece il piano non c’è".
Lo sanno bene a Cosenza, dove in quarantamila hanno chiesto l’apertura di un tavolo per la Calabria. Insieme ai lavoratori, Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, ha rivolto al governo un messaggio per la Calabria e "per chi ha perso il lavoro e non ha ammortizzatori sociali. Nel Mezzogiorno - ha ricordato Fammoni - ci sono le condizioni per attuare interventi concreti soprattutto per le infrastrutture, mettendo da parte i progetti faraonici come il Ponte sullo stretto".
"Bisogna portare nello stato di diritto il lavoro: perché la vera questione morale è la povertà, la disoccupazione, la precarietà", ha ricordato dal palco di Bari il governatore Nichi Vendola. Insieme a lui, e a 40mila lavoratori, anche Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil e Rita Borsellino, europarlamentare. "Al Sud - ha detto la Borsellino - bisogna recidere i legami tra partiti e criminalità. Sennò, qualsiasi discorso sullo sviluppo sarà vano". Forte partecipazione anche a Campobasso, con la segretaria confederale, Nicoletta Rocchi, a Potenza, con il segretario confederale, Fabrizio Solari, e a Chieti, con la segretaria confederale, Paola Agnello Modica
28 novembre 2009
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il SOLE 24 ORE
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2009-11-29
Statali: sciopero generale Cgil l'11 dicembre
26 novembre 2009
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Nuove agitazioni nel settore pubblico con lo sciopero generale di tutti i comparti pubblici indetto dalla Cgil-Funzione Pubblica l'11 dicembre. In una nota il segretario generale Fp della Cgil, Carlo Podda evidenzia che lo sciopero è stato proclamanto per "il perdurare di un atteggiamento di totale chiusura da parte del Governo, il mancato finanziamento dei contratti in finanziaria, la volontà del Governo di perseguire una linea che esclude il dialogo ed impone le scelte, richiedono uno slancio nella lotta dei dipendenti pubblici in difesa dei loro diritti, diritti messi in discussione dalla legge 15 del Ministro Brunetta e dalla totale umiliazione della democrazia sindacale".
"La costante ricerca della sintesi unitaria con Cisl e Uil, ricerca continuata anche in queste settimane, non ha dato ancora i suoi frutti - dice Podda - in una tale situazione, una grande organizzazione come la Cgil, pur continuando a perseguire il percorso unitario, non può sottrarsi alla sua missione sindacale". È per questo che l'11 dicembre effettueremo uno sciopero generale di 8 ore di tutti i comparti pubblici, che culminerà in 3 manifestazioni interregionali. La manifestazione interregionale del Centro Italia si terrà a Roma in Piazza del Popolo, congiuntamente a quella dell'Flc Cgil.
Le motivazioni dello sciopero, sottolinea la Cgil sono: per contrastare una legge finanziaria che non prevede i rinnovi dei contratti pubblici; contro il tagli del salario accessorio e le decurtazioni per assenza per malattia; per combattere la controriforma Brunetta che elimina i contratti nazionali e mortifica il lavoro, per chiedere la sua abrogazione; per il diritto al contratto nazionale e la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari in tutti i comparti pubblici; per un incremento tabellare di 150 euro nel prossimo triennio; per sostenere il ruolo delle Rsu e rivendicarne la convocazione delle elezioni, per difendere la democrazia.
26 novembre 2009
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